lunedì 3 dicembre 2012

NATURAID: "O LO AMI O LO ODI"

Una riflessione di Matteo Messina dopo la sua partecipazione all'Avventura.
E' maturata lentamente come una brace che non puoi soffocare,
Con grande onestà non si è nascosto.... a SE STESSO.
Bravo Matteo, grande ammirazione.
In questa Avventura non si vince nulla, non si dimostra nulla a nessuno.... non ce n'è bisogno.
Il premio per il vero Naturaider è il rispetto per la propria anima.
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Ciao Maurizio,

è passato poco più di un mese dal mio ritiro dalla Sardegna Extreme e solo oggi sono riuscito a ritornare sul sito ed ha guardare, per la prima volta, la mia traccia con le Tue osservazioni e i tuoi commenti.

Non ci sono andato prima perché per la prima volta nella vita mi ero ritirato da qualcosa cui tenevo e non l'avevo presa benissimo: e spesso,  il modo più semplice per dimenticare e non pensarci, ma non funziona così, è solo rimandare un problema...

Oggi finalmente riesco con lucidità ad esaminare quello che è stato e l'impatto che ha avuto su di me il Supramonte in solitudine.

Ebbene, non mi aspettavo che essere da soli lassù, dove veramente tutto è assolutamente inospitale, fosse così "estremo" anche e sopratutto a livello psicologico: non poter pedalare, sentire mille rumori, le rocce taglienti e i maiali selvatici hanno pesato sul mio umore in maniera determinante.

E l'umore, la felicità nel fare una cosa, sono fondamentali per la sua riuscita.  Io mi sono fatto sopraffare dall'ambiente e dalla solitudine, l'ho presa nel modo sbagliato e non ho saputo reagire a livello psicologico. Pensavo, ingenuamente, che la Sardegna fosse pur sempre l'isola del bel mare e del sole e che per quanto potesse essere dura a livello fisico, l'ambiente mi avrebbe rasserenato. Invece no, l'ambiente del Sardegna Extreme è lontano anni luce dalla Sardegna che ognuno di noi può conoscere o immagnare: è veramente inospitale, selvaggio e difficile.
Pedalare non è la regola in Supramonte, ma l'eccezione.

La fatica fisica c'era, ma non era certo insuperabile, anzi, stavo piuttosto bene a parte le scarpe totalmente inadatte (mai usare scarpe rigide da xc in questa avventura!), ma l'elemento decisivo è stata la solitudine.

Ho avuto tempo per riflettere, tempo per decidere e pensare e tempo per i rimpianti che servono solo fino ad un certo punto perchè poi comunque bisogna andare avanti. Ho pensato che non sarei più tornato perchè a me piace pedalare e quest'avventura non lo consente sempre, anzi, il Supramonte mai, ho pensato poi di tornare in compagnia perchè tutto sarebbe più facile, molto più facile, ma poi mi sono detto no. Non avrebbe alcun senso riprovare con qualcuno, non sarebbe la stessa cosa e non mi ripagherebbe dei rimpianti.

L'unico modo per superare quello che è un fallimento solo fino ad un certo punto è riprovare sempre in solitudine, sapendo però questa volta cosa mi aspetta: forse, forte della precedente esperienza, saprò reagire nel modo giusto agli inevitabili momenti di scoramento.

Allora grazie Maurizio, sei veramente una brava persona con una passione vera e con tanta voglia di seguire i Tuoi sogni.

Proprio prendendo spunto da te e dalle tue arole di quando ci siamo visti dopo il mio ritiro, ho deciso che riproverò, perchè è una prova per me stesso, una cosa che sento di dover fare e superare, perpoterla archiviare come un'esperienza completa in cui, in qualche modo, ho vinto.

Ci risentiremo in maggio, quindi, e chissà che questa volta non riesca a superare me stesso.

Un caro saluto.
Matteo