lunedì 4 luglio 2016

E' DEGLI SVIZZERI LA PRIMA "IMPOSSIBLE" DI 1100 KM NO STOP E 28.500 M+

20.5.2016 - 19:03 Uhr   

Sämi Burkart e Reto Koller hanno completato il periplo della Sardegna.


SONO I PRIMI!  

TERMINATA LA PRIMA "NATURAID IMPOSSIBLE"
TEMPO IMPIEGATO PER COMPLETARE I 1100 km e 28.500 m di dislivello positivo, 

6 GIORNI, 12 ORE E 50 MIN (156 ORE E 50 MIN) 
GRANDISSIMO TEMPO!

www.naturaid.com 

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Sämi Burkart e Reto Koller sono arrivati al Paese di Capoterra, paese che li aveva visti partire "pochissimi" giorni prima, (il 14 maggio alle 06:00) Grandissima prestazione la loro.
Primi a testare questo percorso sicuramente unico e molto impegnativo in Europa. 
Il motto sarà: "Solamente i baiker veramente determinati si presenteranno, i deboli moriranno e i finti non si presenteranno"  

A presto per foto e commenti 
GRANDISSIMI BIKER, COMPLIMENTI 
Battaglia, Bottiglia, Bottarga Cin Cin


ECCO LE IMPRESSIONI DI Sämi Burkart e Reto Koller IN UN'INTERVISTA.


IL DIO DELLE PICCOLE COSE.
E’ uno dei libri più belli che ho letto. Questo titolo mi ha accompagnato durante le circa 85 ore, che abbiamo trascorso sulle nostre bici negli ultimi sei giorni e mezzo. Il nostro obiettivo era quello di pedalare attorno all'isola della Sardegna seguendo le indicazioni gpx del nostro amico Maurizio Doro Naturaider, che ha creato questa speciale avventura e, gli unici che hanno colto questa sfida siamo stati noi. Allora abbiamo seguito la linea rosa sui nostri dispositivi GPS, che è sempre stata una parte della nostra attenzione. “Lei” ci conduce attraverso paesaggi incantevoli che non potevano non essere così vari. Non siamo rimasti delusi. Conosciamo Maurizio Doro dalla gara-avventura del Marocco nel 2006. E in realtà è lui l'autore che ha fatto scattare in noi la voglia di gareggiare in distanze ultra lunghe nel mondo. Sapevamo che più difficile sono le sfide per lui, più incontrollata è la sua gioia. Quindi c'erano molte difficoltà da superare. Ma il piacere di partecipare a questa avventura è prevalso sempre. Vivere quotidianamente l’alba ed il tramonto sulla bici, lo spettacolo di luci colorate, come i fiori nella luce della sera serviti di ulteriore bellezza, valeva il prezzo di tutti questi disagi. Le notti sotto il cielo aperto, la speranza di un buon pasto nel villaggio a dieci ore di distanza, o il desiderio di una doccia calda e un letto. Abbiamo trascorso i giorni e le notti sempre piene di sentimenti, desideri ed emozioni. Queste sono le cose più grandi.
No, non prendo nulla per scontato. È un puzzle di milioni di particelle che contribuiscono al riuscire con una tale sfida. Diversi imprevisti possono compromettere l’avventura: un pezzo di legno strappa la faccetta del cavo freno, ma, quando accade, percepisco un debole strisciare prima che il tubicino si è consumi completamente. Oppure, quando in un paesaggio roccioso senza fine, davvero non si vede più alcun sentiero, la mia attenzione rimane un attimo troppo a lungo sul GPS e una pietra come un coltello taglia il mio pneumatico anteriore. La fortuna è ancora dalla nostra parte. Possiamo rappezzare con una toppa all'interno del copertone tubeless e continuare spensierati attraverso cespugli e spine. Questi, sono tuttora delle cose grandi.
In gioco però ci sono molte cose più piccole. La pressione costante sul pedale destro per fare salite ripide, il pizzicare con i polsi per portare la ruota anteriore su una lastra di pietra più grande, piegare il corpo in avanti per scaricare la sella, il sedere, per affrontare gli ostacoli con meno forza. Automatismi che sono costantemente richiamati per portarsi avanti più facilmente. Facendo le salite ripide i muscoli bruciano, il sedere duole e un filo di ragno mi si attacca in faccia e ora chiede tutta la mia attenzione. Mi pulisco la faccia e sorrido per il mix di emozioni, mentre pedalo avanti … e avanti. 28000 metri di dislivello positivi in tutte le condizioni di luce, di cambiamenti continui delle vie e terreni e in condizioni fisiche più varie.
La pressione del freno sempre controllata, che in frazioni di secondi viene adattata delicatamente per impedire lo slittamento delle ruote nelle vie scalzate dall’acqua. Schivare cespugli e spine, cambiare ripetutamente traccia, evitare pietre, saltare fossi, ci sono un numero infinito di cose che portano all’esito positivo di una impresa.
Tutto questo, già per molti anni ed in molte avventure, al fianco di un amico, Reto Koller. Grazie. Tutti voi siete parte di questo. Ci sono cose che non sempre dobbiamo descrivere o capire. Ma accettare con gratitudine. “La vita è un'avventura, ma anche un Cin Cin”. Sämi










DER GOTT DER KLEINEN DINGE.
Ist eines der schönsten Bücher welches ich gelesen habe. Dieser Titel begleitete mich bei den rund 85 Stunden welche wir in den vergangenen sechseinhalb Tagen auf unseren Bikes verbracht haben. Unser Ziel war es, die Insel Sardiniens nach Vorgaben unseres Freundes Maurizio Doro Naturaider zu umrunden. Er hatte dieses Rennen ausgeschrieben und wir blieben die einzigen welche sich dieser Herausforderung stellten. Nun folgten wir also dem rosafarbenen Strich auf unseren GPS Geräten welchem immer ein Teil unserer Aufmerksamkeit galt. Er führt uns durch all die bezaubernden Landschaften welche abwechslungsreicher nicht sein könnten. Wir wurden nicht enttäuscht. Wir kennen Maurizio seit dem Marokko rennen 2006. Er ist eigentlich der Urheber unserer Ultra Langstrecken Wettkampf Lust. Uns war bekannt, je schwieriger die Herausforderungen sind, desto ungezähmter ist seine Freude. So gab es viele Schwierigkeiten zu überwinden. Aber die Freude Teil dieses Abenteuers zu sein, behielt immer die Oberhand. Täglich jeden Sonnenaufgang und Untergang auf dem Bike zu erleben, das farbenfrohe Lichtspiel, wie sich die Blumen im Abendlicht zusätzlicher Schönheit bedienten, war den Preis dieser Strapazen wert. Die Nächte unter freiem Himmel, das Hoffen auf eine gute Mahlzeit im zehn Stunden entfernten Dorf, oder der Wunsch nach einer warmen Dusche und einem Bett. Immer voller Gefühle, Wünsche und Emotionen verbrachten wir die Tage und Nächte. Das sind die größeren Dinge.
Nein ich nehme nicht alles als selbstverständlich. Es ist ein Puzzle von Millionen Teilchen welche zum Gelingen einer solchen Herausforderung beitragen. Vieleicht ein Stück Holz zerreißt den Kabelbinder einer Bremsleitung und ich nehme irgendwann einmal ein leises Schleifen wahr bevor die Leitung durchgeschliffen ist. Oder als wirklich in einer nicht enden wollenden Gesteinslandschaft kein Weg mehr zu erkennen ist, meine Aufmerksamkeit etwas zu lange auf dem GPS ruht und ein messerscharfer Stein meinen Vorderreifen zerschneidet. Doch das Glück ist weiter auf unserer Seite. Wir können mit einem Flick von innen das Tubeless widerherstellen und weiter sorgloser über Sträucher und Dornen fahren. Aber das alles sind immer noch große Dinge. Viel kleinere Dinge sind da im Spiel. Der stetig richtige Pedaldruck auf den steigen Aufstiegen, das zwicken mit den Handgelenken um das Vorderrad auf eine größere Steinplatte zu rollen, den Körper nach vorne zu beugen und das Gesäß leicht zu entlasten, um mit weniger Kraft Hindernisse zu bewältigen. Automatismen die ständig abgerufen werden um das voran kommen zu erleichtern. Die Muskeln brennen im steilen Anstieg das Gesäß schmerzt und ein Spinnenfaden verfängt sich in meinem Gesicht und ihm gehört nun die volle Aufmerksamkeit. Ich wische ihn weg, lächle über das Wechselbad der Gefühle während ich immer weiter trete. 28000 Meter Bergabfahrten bei allen Lichtverhältnissen ständig wechselndem Untergrund und verschiedensten körperlichen Verfassungen.
Stets der richtige Bremsdruck welcher in Bruchteilen von einer Sekunde immer neu fein angepasst wird, um ein rutschen der Räder in den vom Wasser ausgewaschenen Wegen zu verhindern. Büschen und Dornen ausweichen, immer wieder die Spur wechseln, Steine umfahren, Wassergraben überspringen, es sind unendlich viele Dinge die zu einem glücklichen Ausgang eines Unternehmens führen. Das alles an der Seite eines Freundes und das schon viele Jahre bei vielen Erlebnissen. Danke. Ihr alle seid ein Teil davon gewesen. Es gibt Dinge die wir nicht immer beschreiben oder verstehen müssen. Aber dankbar hinnehmen dürfen.
Das Leben ist ein Abenteuer. Sämi



















































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